martedì 5 giugno 2012

Jack Kerouac




Jack Kerouac,  (Lowell, 12 marzo 1922 – St. Petersburg, 21 ottobre 1969), scrittore e poeta statunitense.
Considerato uno dei più importanti scrittori americani padre del movimento beat,  il suo stile ritmato e immediato con una prosa spontanea è influenzato dalla musica bebop che adorava, si autodefinì un poeta jazz.
Nato da genitori canadesi di madrelingua francese trasferiti negli Stati Uniti, Jack Kerouac fu uno dei più promettenti talenti del football americano nel ruolo di running back, dotato di un fisico robusto e di una velocità notevole venne chiamato a giocare nella squadra della Columbia University di New York ma a causa di una frattura alla tibia e delle incomprensioni con l' allenatore abbandonò il football ed cominciò a frequentare artisti e ribelli di New York.
Condusse una vita irregolare tra lunghi viaggi e amicizie con altri artisti ribelli alle regole.
Il suo libro più famoso è On The Road (Sulla Strada) uscito nel 1957 divenne subito un successo e il libro simbolo della beat generation, una generazione di scrittori che influenzò i movimenti di protesta degli anni seguenti.
Però il successo gli causò dei problemi perché pubblicò tutti i suoi lavori che aveva già scritto ma questi vennero stroncati dalla critica dell' epoca, si abbandonò progressivamente sempre di più all' alcolismo che ostacolò la sua attività di scrittore.
Morì nel 1969 a 47 anni di cirrosi epatica.


POESIE :



Solitudine messicana


E sono uno straniero infelice

Contento di scappare per le strade del Messico -

I miei amici sono morti su di me, le mie

amanti svanite, le puttane bandite,

il mio letto sbattuto e sollevato dal

terremoto - e niente erbasanta

per uno sballo a lume di candela

e sognare - solo spurghi d'autobus,

ventate polverose, e cameriere che sbirciano

da un buco nella porta

segretamente attizzate alla vista

degli onanisti fottenti i cuscini -

Io sono 1a Gargolla

di Nostra Signora

che sogna nello spazio

sogni di grigia nebbia -

Il mio volto è puntato verso Napoleone

- io non ho forma -

La mia agenda è piena di DEFUNTO

non ho valore nel vuoto,

in patria senza onore, -

Il mio unico amico è un vecchio pederasta

senza macchina da scrivere

Che, se è mio amico,

lo beccherò nel culo.

Mi resta ancora un po' di maionese,

tutta un'inutile bottiglia d'olio,

contadini mi lavano il lucernario,

un matto si schiarisce la voce

nel bagno attiguo

cento volte al giorno

condividendo il soffito con me -

Se mi ubriaco mi viene sete

- se cammino il piede mi cede

- se sorrido la mia maschera è una farsa

- se piango non sono che un bambino -

- se mi ricordo sono bugiardo

- se scrivo la scrittura è passata -

- se muoio il morire è finito -

- se vivo è appena cominciato -

- se aspetto l'attesa è più lunga

- se vado l' andare è andato

- se dormo la beatitudine pesa -

mi pesa sulle palpebre -

- se vado a un cinema da poco prezzo

mi assaltano le cimici -

I costosi non me li posso permettere

- se non faccio niente

niente fa

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Come meditare

- luci spente -
autunno, mani strette, in istantanea
estasi come una pera di eroina o morfina.
la ghiandola nel mio cervello secernente
il buon fluido felice (Fluido Santo) allorché
mi ah-bbasso e tengo ogni parte del corpo
giù in trance da puntomorto – Sanando
ogni mio male – tutto cancellando – neppure
resta il brandello di uno «spero-che-tu» o una
Bolla di Pazzia, ma la mente
libera, serena, spensierata. “Quando arriva
un pensiero spuntando da lontano con la sua
esibita figura d’immagine, lo freghi,
lo sfreghi via, lo smonti e si fa
smunto, e il pensiero non viene – e
con gioia comprendi per la prima volta
«Pensare è proprio come non pensare –
Perciò non devo pensare
mai
più»

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