martedì 10 maggio 2016

Mario Santiago Papasquiaro


Mario Santiago Papasquiaro, nome d'arte di José Alfredo Zendejas Pineda ( Mixcoac, Messico, DF, 24 dicembre 1953 - 10 gennaio 1998 ) è stato un poeta messicano, autore di numerose poesie, ha pubblicato poco durante la sua vita, partecipò con Roberto Bolaño al movimento infrarealista.
L’infrarealismo è un movimento poetico che nasce dalla mano del cileno Roberto Matta quando André Breton lo espelle dal surrealismo. Questo movimento aveva come consegna "far saltare in aria il cervello alla cultura ufficiale".
Fu rifondato dopo l'abbandono del laboratorio di poesia alla UNAM (Universidad Nacional Autónoma de México) intorno al 1974 in Messico da un gruppo di poeti messicani e cileni, tra i quali Mario Santiago Papasquiaro e Roberto Bolaño, seguaci del poeta Efrain Huerta contrapposti ai giovani poeti che seguivano Octavio Paz.
Ruben Medina: "L'infrarealismo è un movimento che riunisce delle persone che cercano di fare poesie e assumere un ruolo, a partire da una posizione etica di opposizione alle forme dominanti in cui si fa poesia, ma soprattutto ai gruppi di potere, gruppi che detengono o stanno imponendo un certo modo di vedere la letteratura, la scrittura e la posizione dello scrittore. Dunque questi giovani non hanno un'estetica specifica ma piu' che altro propongono una ricerca di nuove forme di espressione, di comunicazione, di intendere la poesia, connesse a quella che sarebbe la relazione Arte-Vita, riprendendo un po' certe posizioni dell'avanguardia, un'avanguardia che finì per essere cooptata e che questi giovani vogliono in qualche modo tornare a sperimentare."
Carmen Boullosa  ha detto in un'intervista del 2007:
"Negli anni 70 in Messico, tutti volevamo essere poeti. Così come i giovani di oggi, tutti vogliono fare cinema, noi sognavamo di diventare poeti. Per la verità conducevamo un'intensa vita letteraria, facevamo un sacco di letture, andavamo negli stessi caffè, andavamo ad ascoltare gli scrittori che parlavano, tutti andavamo dove andavano gli altri. Eravamo tutti uguali, ci vestivamo allo stesso modo, eravamo come una specie laureata di hippie, eravamo tutti come una massa di poeti, tutti uguali, però credevamo di essere divisi in due bande: definivamo stalinisti quelli dell'altra parte e adoravamo Octavio Paz; quelli dell'altro lato adoravano Efraín Huerta. Io stavo dal lato di Octavio Paz, credevamo di essere molto raffinati, in realtà tutti usavamo i sandali tipici messicani e le camicie di Oaxaca. Quelli dell'altro lato credevano che eravamo dei borghesi perché tutti usavamo le stesse cose... Conobbi gli infrarealisti, ma li temevo molto perché si comportavano male: intervenivano nelle letture di poesia, davano fastidio e insultavano la gente, facevano guerre."
All'inaugurazione ufficiale del gruppo infrarealista Bolaño espose le ragioni del suo odio per Paz: “i suoi crimini odiosi al servizio del fascismo internazionale, i mostruosi piccoli mucchi di parole che ridicolmente chiama 'poesie', i suoi insulti abietti all'intelligenza latinoamericana, la pessima imitazione di una 'rivista letteraria' che puzza di vomito e va nota con il nome di 'Plural'”...
Bruno Montane: "Eravamo una banda di amici molto intimi. Il ricordo confonde la visone di amici riuniti al caffè La Habana - che Roberto rinominò il café Quito -, e anche di un'erranzia per le strade che non fu tutto quell'atteggiamento sucida che in quel momento credevamo, salvo Mario Santiago che era un instancabile camminatore di strade urbane. Però credo che, a parte Roberto, già a quel tempo l'unico gran poeta che c'era nel Gruppo era Mario Santiago. Il metodo di scrittura di quelle poesie era semplice: uno o due versi a testa e poi facevamo il montaggio”.
La fase dell'infrarealismo più importante durò fino al 1977, sebbene il movimento sia stato perpetrato anche posteriormente da diversi autori.


POESIE:

Canzone implacabile

Mi cago in Dio
& in tutti i suoi morti
Mi cago nel cazzo
& nella figa della vergine
Mi cago nei morti
del Dio del Dio
Nella superbia di Federico Nietzsche
nel corpo tremante della mia anima
& nelle ortiche all'aria dell'ateo
Nella morte prematura dei giusti
nella fugacità del coito e nei suoi fuochi fatui
nel Verbo animale
nella fantasia-Rizoma
nei testi del sapere così svezzato
Nella fessura dei mondi
io cado.
Concentrato nell'incendio dei miei pori
In questo alcol-erbaccia che mi centina
Nell'occhio infinito delle mie impronte
nel furore selvaggio del casino
nell'impossibile morte e nelle loro offerte
nel fango di aspide che riscalda
nelle rocce della amata
nella levitazione della mia bambola d'ossa
nel cuore di quello zoppo innominabile
Nell'aleph acquoso delle mie piaghe
nel vetroso disagio del mio assassino
nella mano del piacere
nella droga nidificata nelle sue zanne
nell'orco filantropico & in sua moglie
sulla tomba del caso così coccolati
nel germe della lirica / che è cacca
Nella merda aerea
nelle grumi topas
nel cranio tutto splendente di Charleville
Nei ratti che ancora scappano dal mare ubriaco
Nel tenero
nel molle
& nell'inerme
Nel rutto di etere dei rospi
Nei sangui bollenti
Nell'ombra
Negli sputi rosa delle albe
Nel vetro insensato che ho scelto come strada
nelle gole di Venere tumefatta
Nel platone della festa
negli orinali della tregua
nel fungo marcio & il suo tridente
Nel genealogico tumore della US Army
nella vasta stirpe della merda
Abisso & bagliore / azzardo & vento
Vena aperta dal coccige alla clavicola
Giri di ubriachi
Fiamme di arpe ovattate
Nell'inglese senza ascelle del Dio-inventamorti
nel morbido & nel multiplo rumore che fanno 2 lacrime
nel mare: nei suoi deserti:
& in me stesso.

*****
Mario Santiago Papasquiaro: Canción Implacable

Me cago en Dios
& en todos sus muertos
Me cago en la hostia
& en el coñito de la virgen
Me cago en los muertos
del Dios de Dios
En la soberbia de Federico Nietzche
en el cuerpo tembloroso de mi alma
& en las ortigas al aire del ateo
En la muerte prematura de los justos
en la fugacidad del coito & sus centellas
en el verbo animal
en la imaginación-rizoma
en los textos del saber tan destetado
En la raja de los mundos
yo me caigo
Concentrado en el incendio de mis poros
En este alcohol-maleza que me cimbra
en el ojo infinito de mis huellas
en el furor salvaje del desmadre
en la imposible muerte & sus ofrendas
en el barro de áspid que calienta
en las rocas de la amada
en la levitación de mi calaca
en el cojo corazón de lo innombrable
En el aleph acuoso de mis llagas
en la vítrea desazón de mi asesino
en la mano del placer
en la droga anidada en sus colmillos
En el ogro filantrópico & su esposa
en la tumba del azar tan manoseada
en el germen de la lírica / que es caca
En la boñiga aérea
en las lagañas topas
en el cráneo todo esplendor de Charleville
En las ratas que aún huyen del Mar Ebrio
en lo blando
en lo fofo
& en lo inerme
En el eructo de éter de los sapos
en las sangres hirvientes
en las sombras
en el rosa gargajo de las albas
en el vidrio insensato que he escogido como calle en las barrancas de Venus tumefacta
En el platón del festín
en las bacinicas de la tregua
en el hongo podrido & su tridente
En el genealógico tumor de la US Army
en el extenso linaje de la mierda
Abismo & resplandor / azar & viento
Vena abierta de cocxis a clavícula
Regazo de embriaguez
Llama de arpas embozadas
En las ingles sin axilas de Dios-inventamuertos
en el suave & múltiple rumor que hacen 2 lágrimas
en el mar : en sus desiertos :
& en mí mismo.

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SAN JUAN DE LA CRUZ LE DA 1 AVENTÓN
A NEAL CASSADY /SULLA FRONTIERA TRA IL MITO E IL SUONO/

La strada si sporge correndo al centro proprio
incendio centrifugo
Tijuana svanisce fluttuando bassa nella tenerezza dell'occhio
Schegge di cabaret e materasso spingono la scia
di elfi che impregnano l'illusione di questo istante
Nella radio: Jim Morrison inghiotte spore cresciute
nella cicatrice del diluvio
Questo collegamento mentale si mette al volante
Schizzandomi alle stelle l'esterno e dentro
Verde macchiolina la giungla
Il destino rotola
Tutto sarà e muovendomi alto dalla terra creo fantasie
con le ali delle più folli lucciole
È di notte/ e nella strada/ e volando
I Doors con energia hanno creato l'atmosfera elettrica
Il corpo dell'anima si immerge nel viaggio
Il centro curva
La curva è selvaggia
La strada è Dio stesso
Ogni nodo / ogni pezzo
vacilla: svanisce
Il piede si sta agitando
La mente distrugge l'euforia dell'eco.
L'assassino sonnambulo passò i portoni dell'incubo vuoto
Nevicava nel'agitata notte di aprile
Lo spazzatura con lo sciopero raggiungeva le tempie
L'eroe si stringeva nella giacca scarlatta sporca di sperma
L'eccitazione gli baciava i piedi
Gli stivali / l'odore di un destino previsto e abbagliante
viaggi di chemio
Aaarrrggghhh!
La leonessa parigina partorisce 1 cagata in più di leggenda
e tedio
Ma la sete / l'irresistibile magnete del desiderio più del
miele
accesa /
Spinge il nostro Lord Jim Catacombe a strappare
barbe
dando la caccia alla figa di 1 angelo che solo a lui
fuggiva
((De Chirico osservava come l'occhio dalla torre germoglia senza regole))
L'assassino sonnambulo si è seduto seduto sul ponte
saltato in aria
dellla metropolitana di Parigi
Il freddo apre le viscere / il canale sotterraneo che collega la caduta
da 1 sogno torrenziale inarrestabile a un'altra velocità di
hashish
Quella notte il Comune è stato massacrato per sempre
Il bordello è marcito con singolari sciocchezze
Il più lontano dal fiume: scarabocchiava senza parlare ciò che rimaneva
istintivamente
L'assassino / nudo / provava le piroette
Trascinando strisce ghiacciate e sporche
del suo cappotto-bandiera
Il suo coltello era un paradiso che rinunciava al suo paradiso
La neve: la vittima
1 crocifissione senza radici popolava i vagoni
sospesi
nellla memoria
il clochard rivoltoso assalta questa notte
la storia
della metropolitana di Parigi
Barrato il pe / la a / la doppia esse/ la y greca
Con i colpi di vetro la stazione è stato battezzata
Metro Landru
1 bottiglia di Vedova / 2 preghiere in turco
Il mio palazzo è di vertebre / la mio fiume Senna di urina:
Già senza lame il mondo
In santa pace la carogna.
*****
SAN JUAN DE LA CRUZ LE DA 1 AVENTÓN
A NEAL CASSADY /EN LA FRONTERA
ENTRE EL MITO & EL SUEÑO/
La carretera se pandea rumbo al centro de su propio
incendio centrífugo
Tijuana se desvanece flotando bajo la mollera del ojo
Esquirlas de cabaret & colchón empujan la estela
de duendes que preña la ilusión de este instante
En el radio: Jim Morrison traga esporas crecidas
en la cicatriz del diluvio
Este puente mental va al volante
Estrellado el afuera & adentro
Verde mota la selva
El destino rodando
Todo ser & hasta en zancos escupe ovnis bordados
con alas de las más locas luciérnagas
Es de noche / & en carretera / & volando
Los Doors con los dientes hacen realidad su voltaje
El cuerpo del alma se baña en el viaje
El centro se curva
La curva es salvaje
La carretera es Dios mismo
Cada ganglio / cada trozo
resbala: se esfuma
El pie va braceando
La mente desyerba la euforia del eco.
El asesino sonámbulo cruzó los portales de la pesadilla vacía
Nevaba en la azorada noche de abril
La huelga de basura había llegado a sus sienes
Apretaba el héroe su abrigo escarlata chorreado de esperma
La excitación le besaba los pies
Las botas / el olor a 1 destino presentido en fulgurantes
viajes de chemo
¡Aaarrrggghhh!
La leona parisina paría 1 cagarruta más de leyenda
& de tedio
Pero la sed / el irresistible imán del deseo de más miel
encendida /
empujaba a nuestro Lord Jim Catacumbas a arrancarse
las barbas
a correr persiguiendo el coño de 1 ángel que sólo a él le huía
((De Chirico observaba como ojo de torre brotado sin reglas))
El asesino sonámbulo se sentó sobre el puente volado
del Metro Passy
El frío le abría las entrañas / la atarjea que unía la caída
de 1 sueño al torrente imparable de otro speed de hashish
Esa noche la Comuna era masacrada para todos los tiempos
El burdel se pudría con singular sinsentido
¡Lo más lejos del río!: garabateó afónico lo que quedaba
de instinto
El asesino / desnudo / ensayaba piruetas
arrastrando a tajadas los carambanos manchados
de su abrigo-bandera
Su navaja era el cielo que renunciaba a ser cielo
La nieve: la víctima
1 crucifixión sin raíces poblaba los vagones suspendidos
en la memoria
del clochard revoltoso que asaltaba esa noche la historia
perdida del Metro Passy
Tachadas la pe / la a / la doble ese / la y griega
Con golpes de vidrio la estación fué bautizada como
Metro Landrú
1 botellazo de Viuda / 2 oraciones en turco
Mi palacio es de vértebras / mi río Sena de orín:
Ya sin aspas el mundo
En santa paz la carroña.




(Traduzione di Andreas Finottis)

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